Quante volte al solo pensiero di dover tenere un discorso di fronte a molte persone mi sopraggiunge la paura, l’ansia o altre sensazioni che ci mettono agitazioni? Queste appena nominate sono le emozioni; a questo proposito la gestione delle nostre reazioni nel momento in cui ci troviamo davanti a tante persone è una cosa che spaventa molti di noi. Questa capacità a cui facciamo riferimento è soggettiva, quindi, ognuno di noi regola le proprie emozioni in maniera differente e con risultati diversi.

L’aspetto da cui vorrei partire è proprio nell’evidenziare che senza la paura, l’ansia e lo stress noi non potremmo vivere. Basti pensare all’ansia prima di un’esame per uno studente, che molto spesso sfocia nella paura di prendere un brutto voto; sono proprio queste sensazioni che portano la persona a studiare ed impegnarsi per andare al meglio. Se non ci fosse ansia o paura, lo studente sarebbe troppo tranquillo e non si preoccuperebbe di studiare. Cosa succede però se i livelli di ansia non riusciamo a mantenerli ad un livello adeguato, ma si alzano sempre di più fino aumentando anche il grado di stress percepito? Si dice che si arriva ad un punto di rottura che porta ad uno stato di esaurimento, ovvero uno squilibrio funzionale che può sfociare in patologie. Queste sensazioni e stati psicologici, molto spesso derivano dalle aspettative sulle conseguenze che noi stessi ci poniamo nei confronti di un compito e dai nostri livelli di autostima e autoefficacia. Viene da se, dunque, che un percorso di crescita personale che parta dall’idea personale che noi abbiamo è un ottimo punto di partenza per lavorare sulle abilità di public speaking. Ma cosa possiamo fare per ottimizzare la nostra capacità di gestire le emozioni? 

Per prima cosa è importante saper riconoscere queste emozioni, i segnali e le reazioni a livello psicologico e fisico. La consapevolezza di ciò che ci succede all’interno di noi è il primo passo verso il miglioramento di sé. Un metodo molto semplice, che si può svolgere anche a casa è quello del “diario delle emozioni”, ovvero uno scritto dove per ogni settimana possiamo segnare le emozioni più significative di quei sette giorni appena passati, annotando le reazioni, i comportamenti, l’esperienza vissuta, gli eventi accaduti. Una volta fatto questo si può procedere ad un “bilancio emotivo”, ovvero un’autovalutazione di sé per ogni settimana riguardo le proprie emozioni, che potrà essere positiva se ho provato un maggior numero di sentimenti positivi e viceversa. In un secondo momento si può svolgere un semplice esercizio legato allo stress che deriva dalle forti preoccupazioni e paure magari legate alla prestazione: iniziare a pensare che per ogni situazione stressante si possono intraprendere 2 strade: accettarla e trasformarla. É bene evidenziare che ’accettazione non è un atteggiamento di passività e auto-distruttivo; né un tollerare il proprio dolore/paura, ma è un vitale e consapevole contatto con la propria esperienza. Trasformare la situazione in maniera tale da abbassare i livelli di stress significa aver prima svolto i passi precedenti: sono consapevole di ciò che mi sta accadendo, accetto la situazione e la trasformo a mio vantaggio. Esistono diverse tecniche che permettono quest’ultimo punto, dal self-talk, alla mindfulness fino alle tecniche di rilassamento; sono differenti, ma tutte hanno una caratteristica in comune: partono dalla consapevolezza delle proprie sensazioni corporee e dei pensieri, quindi una focalizzazione sul proprio sé. Per ogni esperienza che provoca stress, cerchiamo di valutare la situazione e rifletti sugli aspetti positivi e quelli negativi delle alternative decidendo quale direzione prendere. Tornando al nostro caso di public speaking, possiamo affermare che le emozioni giocano un ruolo importante: saperle riconoscere, accettarle per quelle che sono e di conseguenza gestirle in maniera ottimale, è un buono presupposto per un discorso di successo. L’emozione, infatti, produce cambiamenti nella respirazione, articolazione di linguaggio, che a loro volta determinano in parte i parametri del segnale acustico. In altre parole, la paura può essere causa di una voce bassa, di difficile comprensione, e di un linguaggio del corpo limitato, tutti segni che agli occhi di chi ascolta interpretabili con insicurezza dell’oratore. Dunque, trovare il modo di regolare in maniera efficace le proprie emozioni (aumentare o diminuire gli stati emotivi) è una condizione fondamentale per la buona riuscita di un discorso e per tutti gli altri contesti di vita. In questo oggi possono venire di grande aiuto le tecnologie, come ha fatto Vrainers: il team ha, infatti, creato un training molto pratico, che accompagna la persona a svolgere un lavoro centrato su sé stesso, per poi allenare le proprie capacità comunicative, con lo scopo ultimo di ottimizzare “l’arte di parlare in pubblico” e migliorare la qualità della vita delle persone. 

Bibliografia 

LE DOUX J. (1996). Il cervello emotivo. Milano: Baldini & Castoldi, 1998.

Villani D., Grassi A., Riva G.(2011), Tecnologie Emotive: nuovi media per migliorare la qualità della vita e ridurre lo stress, Edizioni Universitarie di lettere Economia Diritto, Milano.

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